I Disastri del Governo Meloni...
- Pietro D'Angelo
- 24 dic 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Tra Propaganda e Mancanza di Visione, un salto indietro di 65 anni...
L’attuale governo guidato da Giorgia Meloni si trova sempre più al centro di critiche per la gestione delle questioni economiche, culturali e sociali del Paese. Nonostante il continuo ricorso a una retorica patriottica e populista, emergono evidenti lacune sia nella capacità di investimento sia nella proposta di una visione innovativa per il futuro dell’Italia.

Carenze culturali e tagli al sapere
Uno dei settori più penalizzati dall’amministrazione Meloni è quello culturale, considerato il cuore pulsante dell’identità e dello sviluppo di una nazione. Nonostante i proclami sulla difesa della tradizione italiana, i finanziamenti destinati alla cultura, all’istruzione e alla ricerca continuano a diminuire. Il governo sembra più interessato a controllare il racconto storico che a incentivare il pensiero critico.
La scuola e l’università soffrono di tagli sistematici, con conseguenze devastanti sul diritto all’istruzione e sulla possibilità di innovazione. La politica di questo esecutivo sembra mirare a un controllo ideologico più che a garantire accesso al sapere: la cultura, anziché essere vista come una risorsa strategica, diventa un terreno di scontro propagandistico.
Un’economia bloccata e scelte miopi
Sul fronte economico, il governo Meloni si dimostra incapace di elaborare una strategia coerente per il rilancio del Paese. Gli investimenti pubblici, necessari per incentivare la crescita e sostenere la transizione ecologica, rimangono insufficienti. Nel frattempo, le politiche fiscali privilegiano le fasce più ricche, aggravando le disuguaglianze sociali e lasciando indietro le famiglie in difficoltà.
Anche i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sembrano essere gestiti con superficialità, con progetti incompleti o ritardi ingiustificati. La narrazione di un’Italia forte e sovrana si scontra con la realtà di un Paese che arranca nel confronto con le altre economie europee.
Le politiche del lavoro non hanno affrontato il problema della precarietà diffusa e dei bassi salari, che colpiscono soprattutto i giovani e le donne. Questo perpetua una situazione di stagnazione sociale ed economica per le fasce più vulnerabili.
L’inflazione e l’aumento dei prezzi, soprattutto per beni di prima necessità come cibo ed energia, hanno colpito duramente le fasce più deboli. Le misure di sostegno del governo, come i bonus energetici, sono state insufficienti per compensare l’impatto di queste difficoltà economiche.
Politiche sociali e diritti
Esclusione sociale: Alcune scelte del governo, come le politiche restrittive sull'immigrazione o il minor focus su politiche di inclusione per le minoranze, hanno contribuito a creare ulteriori barriere per alcune fasce della popolazione.
Insufficiente sostegno alle famiglie: Nonostante gli incentivi per la natalità, le politiche familiari non sono state accompagnate da un rafforzamento complessivo dei servizi pubblici (es. asili nido, assistenza sanitaria), penalizzando le famiglie a basso reddito.
Effetti percepiti: Il governo Meloni rischia di amplificare le disuguaglianze a causa di
Una visione che privilegia il supporto alle imprese rispetto al welfare.
L’assenza di una politica fiscale redistributiva.
La mancanza di strategie strutturali per affrontare povertà e precarietà.
Propaganda e nostalgie pericolose
Il linguaggio e l’approccio comunicativo del governo Meloni sollevano preoccupazioni crescenti. La retorica spesso aggressiva e divisiva rievoca momenti oscuri della storia italiana, con una propaganda che richiama simboli e concetti al limite del revisionismo storico.
La demonizzazione dell’opposizione politica, l’attacco a categorie sociali vulnerabili e il tentativo di imporre una visione monolitica della società rappresentano un pericolo per la tenuta democratica del Paese. Il rischio è che questa retorica non solo limiti il dibattito pubblico, ma alimenti un clima di paura e di chiusura culturale.
Conclusioni
Di fronte a queste carenze, appare sempre più evidente la necessità di un’alternativa politica che metta al centro la giustizia sociale, gli investimenti strategici e la promozione del sapere libero e inclusivo. Il futuro dell’Italia non può essere costruito sulla propaganda e sul passato, ma richiede una visione coraggiosa e aperta, capace di affrontare le sfide globali con serietà e lungimiranza.
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