Un futuro altrove...
- Pietro D'Angelo
- 28 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min
C'erano sogni grandi nei cuori dei giovani,

sogni di una vita serena, di un futuro costruito con passione e dedizione. Ma quegli stessi cuori si trovano spesso a battere lontano, oltre i confini della loro terra natale, perché qui non c'è lavoro, non c'è opportunità, non c'è speranza.
Marco, un giovane ingegnere con gli occhi pieni di desiderio di contribuire alla crescita del suo paese, si è trovato costretto a fare le valigie e a partire. Lasciare i luoghi dell'infanzia, gli affetti, i legami. Un addio che pesa come un macigno, un viaggio verso l'ignoto, alla ricerca di un'opportunità che la sua terra non poteva offrirgli.
Giulia, con la sua laurea in mano e un sorriso che nasconde la paura dell'incertezza, ha salutato i suoi cari con la promessa di tornare. Ma dentro di sé sapeva che il ritorno sarebbe stato difficile, forse impossibile. I suoi sogni di diventare una brillante ricercatrice si infrangevano contro il muro della precarietà e dell'assenza di prospettive.
Per ogni giovane che parte, ci sono famiglie che restano, con il cuore spezzato dall'assenza. Madri e padri che vedono i loro figli allontanarsi, sapendo che potrebbero non vederli crescere, non condividere con loro i momenti più importanti della vita. E quella casa, una volta piena di risate e di vita, diventa silenziosa e vuota.
La terra che li ha visti nascere sembra non avere più spazio per loro. Un paese che perde le sue menti brillanti, le sue mani operose, il suo futuro. Un esodo silenzioso ma devastante, che svuota le aule delle università, i laboratori, gli uffici.
Ma non è solo una questione economica. È un dolore che tocca l'anima, che spezza i legami e crea un vuoto difficile da colmare. La distanza non è solo fisica, ma emotiva. È la nostalgia di un caffè al bar del paese, di una passeggiata lungo le vie conosciute, di un abbraccio con chi ti ha visto crescere.
I giovani partono con il cuore pieno di speranza, ma anche con un peso difficile da sopportare. La speranza di trovare un'opportunità altrove, di costruire una vita dignitosa, di realizzare i propri sogni. Ma anche il dolore di lasciare tutto ciò che si ama, di vivere in un luogo che non è casa, di sentirsi stranieri.
Il loro esilio è una ferita aperta per il paese che lascia andare i suoi figli migliori. Una ferita che può essere guarita solo con un cambiamento profondo. Un paese che deve ritrovare la capacità di offrire opportunità, di valorizzare i talenti, di costruire un futuro per i suoi giovani.
Perché ogni giovane che parte è una perdita immensa, è un sogno che svanisce, è una speranza che si allontana. E fino a quando non sarà possibile ritornare, il cuore di chi parte batterà sempre con un ritmo malinconico, desiderando il giorno in cui potrà finalmente tornare a casa.
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